sabato 25 giugno 2022

PROGETTO COMENIUS

“Un’esperienza di cooperazione scolastica europea.

Il progetto Comenius raccontato da un futuro insegnante”

a cura di Emiliano Mazzetti,

tirocinante del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria

Facoltà di Scienze della Formazione – Università di Firenze

 

PROGETTO COMENIUS: Presentazione

 

Il  progetto Comenius, a cui la scuola elementare "G.Marconi" del 2° Circolo di Scandicci ha aderito durante l’anno scolastico 2001/2002, ha visto impegnate in attività progettate in comune le rappresentanze di varie nazioni Europee: il Belgio, la Finlandia, la Spagna e naturalmente l'Italia.

L'insegnante che ha coordinato il gruppo della scuola Marconi (costituito da due classi terze e da due classi quarte), la dott. Carmelina Rotundo, ha partecipato già nell’inverno 2001 ad un primo incontro in Finlandia – da lei ampiamente documentato - che è servito a far incontrare insegnanti e dirigenti dei diversi paesi e a fissare le tappe principali del lavoro: poi ciascuno avrebbe proposto le attività alle proprie classi, condividendo poi i materiali prodotti e partecipando ad ulteriori incontri di scambio e di verifica nei diversi paesi inseriti nel progetto.

Prima di arrivare alle fasi operative del percorso c'è stato un incontro tra le insegnanti coinvolti nel progetto e un secondo incontro tra l’insegnante Rotundo e i genitori dei bambini che dovevano partecipare allo scambio “a distanza” con le altre scuole europee. Fondamentale è stato l’utilizzo del computer e di software per lo sviluppo di ambienti ipertestuali: questi mezzi hanno permesso la produzione e la condivisione dei materiali prodotti, ed hanno consentito una efficace comunicazione a distanza.

 

Il mio ruolo di tirocinante si è giocato su due fronti: da un lato ho messo a disposizione le mie conoscenze tecniche per l’utilizzo dei mezzi informatici e per la trasposizione su supporti multimediali dei materiali prodotti, con lo sviluppo di tre ipertesti, due su CD ROM e uno su Floppy Disk; dall’altro sono intervenuto direttamente nelle due classi quarte costruendo un percorso di studio con i bambini, sia teorico - in quanto abbiamo approfondito in classe cosa significa comunicare e come l'uomo lo ha fatto per tanto tempo - sia pratico, perché abbiamo imparato tutti insieme qual è il primo passo per fare multimedia con il computer.

Mi sono potuto così inserire, con la qualifica di "tecnico informatico", all'interno della realtà formativa della classe, ma ho potuto anche seguire il lavoro delle insegnanti impegnate in questo esperienza. Gestire esclusivamente il ruolo di tecnico informatico mi avrebbe allontanato infatti dalla "vita" nelle classi impegnate in questo "scambio internazionale" con altre scuole elementari Europee. Di conseguenza mi è sembrato naturale creare con i bambini un piccolo percorso di studio, rivolto alla conoscenza storico-teorica e pratica dello strumento che maggiormente ha aiutato le insegnanti e la scuola a portare a termine (con esito molto positivo) l'esperienza.

La Lingua inglese è stata la materia più “coinvolta” in quanto utilizzata per lo scambio delle comunicazioni e dei dati anche tra i bambini stessi. Ma parallelamente a questa anche altre discipline hanno avuto spazio nel progetto. E' il caso della Matematica, che ha trovato diritto di cittadinanza nel momento in cui il progetto ha analizzato l'Euro, la nuova moneta unica; anche la Storia è emersa quando si sono raccolti gli elementi per creare il CD in cui si parlava della "storia locale" e del territorio di Scandicci.

 

PROGETTO COMENIUS: "Euro kids: different but equal"

Le tappe del percorso

 

Il lavoro per realizzare il progetto "Ragazzi d'Europa: diversi ma uguali" si è sviluppato nell'arco di sette mesi e i nuclei principali sono stati sei.

 

-      PRIMA FASE  (Settembre-Ottobre)

 

A)  Me e la mia famiglia: crea la tua carta d'identità con  la presentazione della tua famiglia e dei tuoi hobby.

 

In questo caso i bambini erano impegnati nella creazione di materiali cartacei, in cui si presentavano ai loro compagni europei. Gl'insegnanti hanno pensato che "una carta d'identità" (realizzata su un foglio A4) sarebbe stato un ottimo modo di farsi conoscere.

Allegando una foto, o facendo un piccolo autoritratto, il bambino avrebbe anche dovuto raccontare qualche cosa sulla sua famiglia e sui suoi hobby

 

B)  Fai un video (massimo dieci minuti) in cui presenti la tua scuola, la tua classe  e la tua lingua.

 

Qui è evidente l'intenzione di far conoscere ai partner Europei il contesto territoriale. Il fatto di voler inserire nel video determinate parole di lingua Italiana (accompagnate dalla traduzione inglese) non è da considerarsi un timido accenno di nazionalismo a tutti i costi, ma è semplicemente un modo per far capire ai bambini come attraverso il linguaggio passino diversi modi di vedere la realtà. Creare un filmino denota la voglia di entrare nel progetto in modo approfondito, facendosi vedere in azione, parlando e facendo vedere i luoghi in cui i bambini quotidianamente studiano. Una serie di foto sarebbe sicuramente stata un'iniziativa più impersonale, che avrebbe attivato in modo minore i bambini e gl'insegnanti.

Nella prospettiva dello scambio di questi lavori si presume che l'incontro a distanza con altri bambini possa far sviluppare in ciascuno la consapevolezza delle diversità ma anche delle somiglianze tra le culture.

In questo caso il mio lavoro è stato quello di creare un CD Rom contenente le carte d'identità dei bambini ovvero l'obiettivo del punto A); di conseguenza ho dovuto effettuare l'intervento successivamente all'esecuzione dei lavori “cartacei” in classe. Dopo aver acquisito sul computer tutti i disegni fatti dai bambini (72 carte d'identità) tramite uno scanner, con le insegnanti ho preparato un progetto per creare un ipertesto, che avrebbe reso migliore la gestione del CD Rom.

Per prima cosa ho dovuto creare un piccolo programma (in Visual Basic) che permettesse l'auto-avvio del CD Rom; la prima schermata permette di scegliere da quale classe si può partire facendo un giro "virtuale" all'interno di semplici pagine in cui sono elencati, divisi per classe di appartenenza, i nomi dei bambini. Cliccando su un nome è possibile visualizzare la corrispondente carta d'identità. Più che su effetti grafici si è puntato sulla semplicità di uso dello strumento, per favorire una tranquilla visione anche a chi, non avendo determinate librerie sul proprio computer, non può visualizzare effetti più elaborati. Il dover acquisire il materiale cartaceo è stato il processo più lungo, insieme al fatto di dover ridimensionare certe immagini, èerciò non ho avuto il tempo di curare i piccoli dettagli.

 

SECONDA FASE  (Novembre-Dicembre)

 

A) Registriamo alcune canzoni natalizie e impariamo quelle degli altri

 

Le canzoni Natalizie sono uno dei tanti tratti che rendono l'idea di come un popolo può vivere un determinato periodo di feste e celebrazioni. La musicalità poi può dare ancor di più l'idea di come una certa etnia possa rappresentarsi.

I bambini hanno registrato su nastro magnetico la loro interpretazione corale delle canzoni e l'hanno spedite ai loro compagni comunitari che hanno fatto altrettanto

 

B) Facciamo dei cartelloni che rappresentano le più famose storie natalizie.

 

In questo caso le insegnanti delle classi hanno deciso di far creare ai bambini dei cartelloni con disegni e scritte ispirate al Natale, come del resto hanno fatto anche gli altri partner europei che hanno realizzato anche dei piccoli libri illustrati. Mi sembra interessante far notare che in questo caso si assiste a uno scambio comunicativo a livello grafico non tra diverse nazioni ma fra “bambini di nazioni diverse”: infatti il linguaggio del "disegno" è quello che i bambini di tutto il mondo conoscono e con il quale, spesso, riescono a esprimersi meglio. Grazie a esperienze di questo tipo l'insegnante può capire effettivamente che significato può assumere un determinato concetto nella mente di un bambino.

 

C)  Facciamo delle miniature sulla pace e messaggi che riguardano il  Natale per l'esibizione che si terrà in Italia.

 

L'idea preminente è stata il ceppo natalizio, (un elemento della tradizione popolare toscana) realizzato in classe con la collaborazione di tutti gl'insegnanti e dei bambini.

Alla fine di questa tappa gl'insegnanti degli altri paesi europei che hanno aderito al progetto sono venuti in Italia a visitare le scuola e a vedere i lavori che erano stati prodotti dai bambini. L'accoglienza degli ospiti stranieri è stata molto vivace e i bambini hanno dimostrato un reale coinvolgimento sia nella preparazione precedente che nell'incontro diretto, durante il quale non hanno esitato ad utilizzare l'inglese che conoscono per capire e farsi capire.

 

TERZA FASE (Gennaio-Febbraio-Marzo)

 

A)  Facciamo un CD Rom sulla nostra zona, il paese e la città

 

Il lavoro degli insegnanti e dei bambini è stato rivolto allo sviluppo di alcuni materiali che fossero rappresentativi rispetto al loro paese di appartenenza. Sono state scattate foto, fatte ricerche e disegni sulla zona di Scandicci e sui posti più rappresentativi. Le insegnanti hanno colto tempestivamente l'occasione per fare una bella gita con i bambini all'interno delle "antiche mura" della cittadina in cui essi vivono, per realizzare sul campo un servizio fotografico.

 

B)  Presentiamo agli altri la nostra storia regionale, i personaggi famosi, i palazzi e le piazze d'interesse per i  bambini inserendoli in un CD Rom

 

Collegandosi al punto precedente si è voluta realizzare una ricerca per dare una "memoria storica" a quelle foto e disegni che altrimenti sarebbero stati solo immagini frammentarie del presente.

 

C)  Noi costruiamo un sito Web con le altre scuole.

 

Purtroppo questo punto non è stato sviluppato. I materiali c'erano, l'interesse degli insegnanti pure, i mezzi e le conoscenze necessarie per realizzarlo non mancavano, ma per evitare complicazioni (mi riferisco a problemi di “privacy” che erano stati sollevati da alcuni genitori nella riunione preliminare) si è preferito non realizzare nessun sito Web.

 

QUARTA FASE (Aprile-Maggio-Giugno)

 

A)  L'introduzione: come vanno le cose con il cambio di moneta?

 

B)  Se tu avessi 50 Euro cosa compreresti?

 

C)  Componi la lista della tua ricetta preferita e i relativi costi (da confrontare tra paesi diversi)

 

D)  Fai una lista di venti prodotti base e cercali nei negozi. Dicci il prezzo che hanno nella tua città.

 

E) Facciamo un libro sull'Euro

 

In questa ultima fase (che non ho seguito analiticamente) si è voluto creare un percorso per i bambini che così possono familiarizzare con l'introduzione della nuova moneta Europea. Penso che i punti B) e C) siano veramente idee ben pensate che hanno permesso, anche creando semplici giochi, di poter entrare in contatto con quelle 1936,27 Lire che hanno fatto impazzire gran parte dell'Italia.

Certo si deve riflettere anche sul fatto che probabilmente i bambini, avendo un'esperienza molto limitata con i soldi, non hanno subito un condizionamento pari a quello delle persone adulte. E forse proprio dagli questi adulti viene la preoccupazione di tenere i bambini in "allenamento mentale" per questo momento di passaggio; perché sono proprio gli adulti ad essere spaventati dall'introduzione della nuova moneta. Se non si cade nell'eccesso di creare bambini "Euro-dipendenti" insistendo esageratamente sull'argomento, i punti che ho elencato prima possono rivelarsi una buona introduzione ai concetti di cambio, moneta, valuta, Europa, Unione Europea etc… . Per quello che ho avuto modo di vedere alla "Scuola Marconi" tutto è stato svolto nella maniera  più rilassata possibile, dando ai bambini piccoli spunti per i lavori che da loro sono stati prodotti e che li hanno avvicinati un po’ di più all'Euro e a cosa vuol dire avere una moneta "in tasca" spendibile anche fuori dai confini nazionali.

Alla fine di Giugno oltretutto sono stati previsti sei giorni in cui gl'insegnanti coinvolti nel progetto hanno fatto visita ai colleghi spagnoli.

 

QUINTA E SESTA FASE (Luglio)

 

In queste ultime fasi sono stati previsti sei giorni di ulteriore scambio con ospitalità da parte del Belgio e della Finlandia, quest'ultima meta del viaggio conclusivo degli insegnanti italiani.

 

Partecipazione al Premio Label Europeo

(riconoscimento europeo per progetti innovativi nel campo dell'insegnamento-apprendimento delle lingue).

 

Il Label Europeo è un riconoscimento promosso dal Ministero della Pubblica istruzione rivolto tra l’altro ad iniziative che promuovono l'apprendimento delle lingue straniere. Per il lavoro svolto nell’ambito del progetto Comenius l'insegnante d'inglese dott. Carmelina Rotundo ha pensato di inviare i dati richiesti per aderire a questa iniziativa e vedere così riconosciuta, anche a livello Ministeriale, l'attività di scambio comunicativo che ha visto un ampio uso dell'Inglese.

Le motivazioni del premio si concentrano su un'attività o un corso allo stadio finale di progettazione, sul miglioramento qualitativo e quantitativo dell'insegnamento, sulla dimensione europea, sul carattere di trasferibilità delle conoscenze, su progettazioni e risorse innovative, sui bisogni linguistici degli allievi e su elementi stimolanti e motivanti per l'apprendimento linguistico.

Il modulo che il Ministero richiede di compilare per partecipare è diviso in molte sotto voci che chiedono:

A)  Dati sul contesto territoriale e culturale (Contesto locale, Iniziative di formazione linguistica sul territorio)

B)  Dati sul progetto (L'idea del progetto, Fabbisogni cui il progetto risponde, Finalità del progetto, Obiettivi del progetto, Durata del progetto, Soggetti coinvolti e loro caratteristiche, Connessioni con altri progetti o programmi)

C)  Dimensione Europea(Attività di contatto con altri paesi, Contenuti Europei)

D)  Innovazione (Caratteristiche innovative o qualificanti del progetto, Modalità di approccio e soluzione per i seguenti aspetti problematici, Valutazione)

E)  Approcci metodologici (Metodi previsti dal progetto per lo sviluppo della competenza comunicativa, Materiali, Sussidi didattici, Laboratori utilizzati per il progetto, Attestati e certificazioni)

F)  Sviluppi per il futuro (Diffusione)

G) Dati sul promotore del progetto (Istituto in cui si attua il progetto, Docente responsabile del progetto, Persona di contatto per le attività legate al riconoscimento europeo, Indirizzi dell'istituto, Numero di telefono, Numero di Fax, Indirizzo di posta elettronica)

 

Considerato il mio ruolo nella realizzazione del progetto, anche io ho dovuto partecipare alla compilazione del suddetto modulo in particolare per il punto E). Riporto qui sotto il mio contributo:

"Nel quadro delle tecnologie educative individuate dalla pedagogia moderna nell'uso del computer e di software per lo sviluppo di ambienti ipertestuali e parallelamente al progetto, i bambini hanno prodotto la propria descrizione in forma di carta d'identità in lingua inglese. Grazie alla fusione del lavoro di programmi inerenti la grafica (come Photoshop) e altri riguardanti la costruzione di Pagine Web (I.B.M. Top Page e simili) è stato prodotto con i lavori dei bambini un CD ROM multimediale di stile "Ipertesto-Pagina Web" per riprodurre con la struttura ad albero i dati (le carte d'identità) delle varie classi coinvolte.

E' stato poi pensato di spiegare ai bambini come un lavoro del genere possa essere stato prodotto tramite l'uso del computer. Si sono organizzate allora le classi in piccoli gruppi, presso il laboratorio informatico della scuola, per capire come funziona un "link" o collegamento ipertestuale, che è la base per creare ipertesti. In previsione di tale esperienza è stato programmato un piccolo studio sulle tecnologie comunicative e sulla loro evoluzione nella storia dell’uomo”.

 

Riflessioni conclusive sull’esperienza

 

L'avventura nella quale mi sono trovato mi ha fatto notare molti aspetti della realtà formativa di una classe e della scuola intera, visto che ho avuto modo di osservare molti ambiti della vita scolastica. Il lavoro svolto dalle insegnanti di questo istituto è stato veramente impegnativo e tutte sono state davvero molto occupate a rispettare i tempi e a produrre materiali interessanti e utili per i bambini. I bambini dal canto loro si sono trovati a gestire una esperienza che inizialmente poteva essere reputata troppo “virtuale”; per fortuna il contatto con le altre nazioni europee è stato più concreto di quanto un rapporto a distanza facesse prevedere. Ma grazie all'insieme degli sforzi delle maestre e alle idee che sono state proposte e sviluppate mi sono reso conto che alla fine i bambini in qualche modo hanno vissuto effettivamente un periodo di tempo a "contatto" con altre realtà culturali spagnola, belga e finlandese.

L'unico appunto che posso sollevare rispetto all'iniziativa è quello inerente al mancato sviluppo della pagina Web che avrebbe potuto permettere una maggiore interazione con le altre nazioni, ad esempio inserendo al suo interno una Chat, ed avrebbe permesso forse al progetto di continuare a svilupparsi, magari anche saltuariamente, creando un effettivo collegamento permanente tra le scuole coinvolte.

 

 

Emiliano Mazzetti, marzo 2003

 

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