lunedì 16 gennaio 2023

   Tra i 789  BRAND  le interviste possibili ed impossibili  di 

Carmelina Rotundo Auro

789 i brand presenti a Pitti immagine uomo 103  per una panoramica unica  che coinvolge per fogge, leggerezza, confort, sostenibilità, innovazione tutti ed ognuno declinati su un pentagramma di eleganza che crea una particolare armonia  di colori  che competono con quelli della gamma dell' arcobaleno e,  coinvolta  da tanta bellezza, ho realizzato interviste possibili e impossibili 

" E' bello ritrovar le file agli ingressi , vedere i corridoi affollati .. "

"Nettamente  in ripresa "

" La nostra partecipazione risale a 46 anni fa  e sempre ritorniamo gratificati e ricchi di nuove idee.."

.." Si rivedono i bayer stranieri anche !"

  Si avverte nel tono della voce  nel modo di esprimersi la voglia, la volontà di ripresa tenendo fermamente presente l'obiettivo di sostenibilità attraverso l'innovazione e la ricerca.

 Coinvolta  dall'entusiasmo ho pensato di travalicare il tempo per  rivolgere una intervista anche  a Francesco di Marco Datini (1335-1410 ca.), perché propio a lui ?

 Una giustificazione  è nella fondazione  da parte di Federigo Melis, docente di storia economica  che,  con la compartecipazione  di enti pubblici ed organizzazioni private, nel 1968 a Prato fonda l'Istituto internazionale di storia economica  dandogli il nome di FRANCESCO  DATINI, SIUSA. Nel comitato scientifico entrarono a far parte, sin da subito, studiosi rinomati, primo fra tutti Fernand Braudel, tanto da rendere l'Istituto uno dei più prestigiosi centri operanti nel campo della storia economica dell'età preindustriale.   Da allora ai giorni nostri l'Istituto  promuove ricerche e pubblicazioni scientifiche su argomenti di storia economica dell'età preindustriale; organizza a Prato settimane di studi incentrate sui temi di storia economica dell'età preindustriale anche in relazione alle fonti offerte dall'archivio Datini; promuove ed organizzare corsi di studio e di specializzazione per giovani laureati che indirizzino i propri interessi scientifici verso gli studi storici; cura ogni altra iniziativa che integri la suddetta azione scientifica. 

 Datini  attraverso si dedicò al commercio di ogni genere di mercanzia, dal grano alla lana, dal pellame, ai panni, agli oggetti preziosi; a Prato fondò un lanificio e una tintoria, a Firenze una compagnia bancaria. Stabilì rapporti di stima e amicizia con illustri  tra cui  lo stesso   Re di Francia, re Luigi II d’Angiò il  4 Luglio 1410 (l’imperatore  di passaggio a Prato per la seconda volta, in occasione di una sua nuova discesa verso l’Italia centrale.)  ne approfittò per rendere omaggio al Cingolo della Madonna e acquistò dodici canne di panno scarlatto di Prato. 

 La fortuna economica del Datini più di centomila fiorini d'oro ( il fiorino era una piccola moneta tutta d’oro -  a 24 carati – dal peso di circa 3,5 grammi.  Firenze, nel 1252, crea una valuta destinata a dominare, incontrastata, su tutti i mercati del tempo ) non  è la sola che continua,  attraverso i secoli a far piovere i suoi effetti benefici  disponendo l'istituzione della “Casa e Cieppo de’ poveri” di Francesco di Marco “sì che in perpetuo de’ frutti d’esse si paschino e si nutrichino i poveri di Gesù Cristo”. L'stituzione da lui fondata è tuttora viva: la Fondazione Casa Pia dei Ceppi-Palazzo Datini ONLUS affianca all’opera di assistenza la manutenzione e valorizzazione del suo antico palazzo. Nel suo testamento Francesco Datini aveva scritto che l’opera pia alla quale aveva lasciato tutti i propri averi non doveva essere “in niuno modo sottoposta alla Chiesa o ecclesiastici uffici o prelati ecclesiastici o altra persona ecclesiastica”, ma essere gestita da “quattro terrazzani”, i cosiddetti “buonhomini”, scelti tra i “migliori e più onesti della terra di Prato, nominati dal Comune”. ( Seguendo queste prescrizioni, oggi la Fondazione è diretta da un Consiglio di amministrazione di cinque membri nominato dal Sindaco di Prato. Imponente anche il  patrimonio immobiliare (oltre a 420 "ville"), con cui diede vita a una delle tre principali istituzioni ospitaliere cittadine, il Ceppo Vecchio, con il Ceppo Nuovo e l'ospedale di San Silvestro o di Dolce, risalenti pure a quegli anni. L'istituzione operò fino ai gravi saccheggi del Sacco di Prato (1512), finendo per essere abolita da Cosimo II de' Medici. La  fama  del  è legata   anche all' ARCHIVIO che oggi occupa  una parte del palazzo che edificò e dove c'è l'Archivio di Stato   che conserva il prezioso fondo documentario del mercante: 1193 pezzi, dal 1361 al 1411, con un imponente carteggio di circa 150.000 lettere. Si tratta di una testimonianza unica a livello mondiale dell'attività mercantile, industriale, bancaria di un mercante della seconda metà del Trecento.

  A Datini mancò Pitti? 

si può supporre e  ai suoi consigli egli avrebbe anche anche fatto da main sponsor '  come ai giorni nostri fa l' UNICREDIT  anche  CON UN RICCO PROGRAMMA DI APPUNTAMENTI.

Tra le molte attività benefiche, Datini fu particolarmente vicino ai frati di San Francesco. Proprio in quella chiesa si trova la sua lastra tombale, realizzata da Niccolò di Pietro Lamberti e i mille i fiorini d' oro per "principiare un nuovo luogo per i gittatelli" il futuro  Ospedale degli innocenti ancor oggi operante nel solo della tradizione dell' accoglienza  altri 300 fiorini  per 12 lampade d' argento per la cappella  della " preziosa cintola di nostra dama  regina del cielo  nella pieve  della terra di Prato.

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