domenica 5 luglio 2009
VIAGGIO DENTRO L' AMIATA
VIAGGIO DENTRO L' AMIATA,l'unico vulcano di Toscana, con ARCHEOLOGIA VIVA.
NEL RESPIRO DEL TEMPO...
Apollifitegessoquarzocalcedonioquarzorosaantimonitecinabrozolfoscolecitepirite
dolomitecriscollaaragonite
Le immagini di Luigi accompagnate dalle parole di Carmelina, in dialogo tra terra e cielo, alla ricerca delle radici.
Una giornata dove nulla è mancato,
che mi è venuta voglia di tramandare come gettando una manciata di coriandoli coloratissimi, allegri coriandoli, emozioni che non puoi nè ordinare nè nell’attimo che li lanci sapere dove sceglieranno di cadere, ma semplicemente loro vorranno (sceglieranno) libertà dei colori, leggerezza nell’aria, sulla terra.
Avete mai provato a passeggiare dentro una tubatura dell’acquedotto?
Cento metri sottoterra all’interno della tubatura dell’acquedotto di S. Fiora.
In un percorso lungo seicento metri, con a fianco il fiume Fiora che scorre.
Mi ritorna in mente l’interessante, partecipato,convegno magistralmente diretto dal professore Piero Pruneti, convegno sul MEGALITISMO, durante il quale il tempo era trascorso indietro, ancora giù indietro, per ritrovare con lo sguardo e col cuore i grandi monumenti costruiti di pietra, diffusi in tutto il pianeta terra con un alta concentrazione soprattutto nelle isole del bacino del Mediterraneo: Cipro, Malta...
Ci troviamo ancora nella grande tubatura, lo sguardo che non può fare a meno di ritornare sulle acque. Lo scorrere impetuoso, inarrestabile assomiglia al trascorrere del tempo...quei coriandoli, attimi di felicità a S.Fiora, mi andavano riempiendo di colori la testa e il cuore...
Dove stavamo cercando di andare noi animosi fans di ARCHEOLOGIA VIVA?
Nei corridoi che si aprono dal corpo centrale della tubatura scopriamo le vitalità, l’ allegria delle sorgenti.
La fila dei fans di ARCHEOLOGIA VIVA è chiusa da Davide Franceschelli. Quel Davide, direttore del museo delle miniere dell’Amiata che aveva fatto da guida a me e a Giovanna (che opera nel parco di Galceti a Prato), alla scoperta di questo attivo museo dove si narra di dove e quando sorgevano le miniere, della fortuna del cinabro rosso da cui viene il mercurio e dell’importanza che le miniere hanno avuto nella storia economica dell’ Amiata.
C’è il plastico, i posters, la statua di S.Barbara patrona dei minatori e dei vigili del fuoco; gli attrezzi di uso comune dei minatori; la sezione dedicata alle foto.
Ascoltiamo alcuni momenti delle interviste ai minatori, continuando il percorso circondati dalle vetrine dove sono esposti i minerali di ogni provenienza, la sala didattica...
La discesa nella miniera ricostruita nella roccia è piena di suspance,
stiamo cambiando ritmo.
Uscendo dalla tubatura le acque ci accolgono questa volta scendendo dal cielo sotto forma di pioggia...l’apertura di ombrelloni, i cappelli per ritornare in piazza del Comune.
Ripassiamo per quei vicoli dove si affacciano “case fiorite” di ortensie e di fiori rossi, viola, adorne di pergole che si arrampicano su su, fino ai tetti delle case, prorompenti pampini verdi.
S.Fiora, paese medievale governato dagli Aldobrandeschi che per cinque secoli conobbe un periodo di floridità, fino a che la guerra tra guelfi e ghibellini la portarono al declino.
Essa è stata sede della famiglia Sforza, i cui ultimi discendenti vendettero tutto per tornare a Roma e Milano. La cittadina è divisa in tre terzieri: Terziere di Castello, Terziere del Borgo dove vive l’artigianato, Terziere di Peschiera.
S.Fiora è abitata da 3.000 anime che hanno il culto per la forestazione e l’agroalimentazione, ma anche per la cultura, l’editoria per le ricerche storiche, la musica; il coro dei minatori gira il mondo portando a conoscere la tradizione popolare. La gente delle case – ci racconta il sindaco- hanno ancora la chiave nel buco della serratura, ad indicare la tranquillità che ancora qui si gode.
Nella piazzetta (di San Michele ovviamente) ammiriamo la statua di S.Michele dove i fanciulli e le fanciulle, nel trapasso dalla fanciullezza all’adolescenza, portano una fiaccola tra i vicoli accompagnati da un saggio, o dal padre, il nonno, per illuminare le tenebre.
La Chiesa dove sono le tre Croci-albero portate in processione il 3 maggio quando è usanza da parte dei giovani donare un cedro alle future spose.
La casa dove è nato Padre Ernesto Balducci, uomo di pace.
Ci riuniamo per assistere alla mostra multimediale nella Chiesa di S.Agostino immagini suoni che ci riportano nel
RESPIRO DEL TEMPO QUANDO...
la bellezza ,la ricchezza di acque di S.Fiora, la preziosità di questo bene primario che copre il fabbisogno di Siena e Grosseto, gli scorci bellissimi, verdi vallate, le case ornate di ortensie, fiori rosso fuoco, viola, azzurri sfumati, ortensie rosa, pergolati rigogliosi di pampini.
La Pieve delle Sante Flora e Lucilla contiene i tesori delle robbiane: un Battesimo del Gesù affiancato dalla splendida Madonna della Cintola; tre bassorilievi in terracotta (l’Ultima Cena, la esurrezione, l’Annunciazion) formano il pulpito, oltre ad un Crocifisso, un tabernacolo e una pala d’altare; capolavori di ineguagliabile bellezza nei loro colori, che nei festoni portano castagne e mele cotogne; mele che compaiono nello stemma della famiglia Sforza dove il leone tiene in mano la mela cotogna.
Sotto questo cielo.
Nel respiro del tempo sempre mai, mai sempre.
La Natura palpitante con noi: dai finestrini del pullman pilotato alla grande da __________
Lo sguardo coglie chiome di grandi alberi, bellissimi castagni, lecci, querce, pini, cipressi...e forse una chioma salubre non è indice di una radice sana?
Nel respiro del tempo.
Un dialogo tra terra e cielo trovando le nostre radici, per costruire un futuro rigoglioso e sereno.
aragonitecriscollamitedolomitescolecitezolfocinabroantimonitequarzorosacalcedonioquarzogessoapollifite
Luigi e Carmelina
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