martedì 10 aprile 2018

Man Ray, in mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea "Raffaele de Grada" di San Gimignano


 Le foto che ” parlano” queste
                                                          di Man Ray,
          in mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea 
                          Raffaele de Grada" di San Gimignano

                                         fino al  7 ottobre 2018

In- per  un percorso che si qualifica, all’ interno della storia fotografica di tutti i tempi,  offrendo  straordinarie opportunità di  conoscenza  dei più grandi e poliedrici  artisti contemporanei.

 Le foto  di Man Ray, il  cui vero nome è Emmanuel Rudnitzky “parlano” di bellezza sono specchio  di quella capacità di  dare eternità all’ attimo che sfugge, a quel sorriso,  a quello sguardo, a quel moto del corpo , a quel turbarsi o sedurre…..arricchendolo di invenzioni  capaci di creare suggestioni… portarti in atmosfere…. ma come è possibile  il miracolo della sua fotografia ?  Nel  tenere la macchina fotografica ( è nel  1914 che  compra la sua prima macchina fotografica,)  confluisce il grafico e il disegnatore,  il pittore dadaista- surrealista    e perché no  lo scrittore che nel 1963 pubblica  la sua autobiografia, intitolata "Self-portrait” Quella sua prima macchina fotografica  Man Ray  la  utilizzava per immortalare le opere da lui realizzate e proprio il  collezionista Walter Arensberg,   che gli farà conoscere  Marcel Duchamp . Con Duchamp, Man Ray dà vita al ramo statunitense del movimento Dada, sviluppatosi in Europa in segno di radicale rifiuto rispetto all'arte tradizionale. Nel 1920  l'artista si sposta a Parigi, al seguito dell'amico Duchamp, che gli fa conoscere alcuni artisti francesi , compreso André Breton. In Europa Man Ray  ha  successo  grazie alla sua attività di fotografo e specialmente in virtù delle sue abilità di ritrattista. Universalmente noto come artista dadaista e surrealista, Man Ray è stato uno dei più grandi fotografi del XX secolo.  Un poeta ingegnere dell’ immagine tanta la sua sensibilità, tanta la sua abilità nel cogliere l’ attimo, tanta la sua  perizia,  la sua capacità reinventare tutto ciò che ha toccato così come ha rielaborato l’invenzione dei readymades dell’amico Marcel Duchamp, trasformandoli in “oggetti d’affezione”, altrettanto ha trasformato la fotografia in “fotografia d’affezione”, cioè a funzionamento simbolico invece che a pura registrazione e  ogni soggetto che ha fotografato ha saputo trasformarlo, trasfigurarlo, caricarlo di senso proprio: i ritratti, gli autoritratti, i nudi, gli still life, le composizioni più complesse, ma anche la fotografia di moda, quella di pubblicità. Per non parlare delle reinvenzioni di tecniche particolari come il fotogramma, ribattezzato rayograph e sublimato surrealisticamente, e la solarizzazione, attraverso la quale ha restituito l’aura ai ritratti e ai corpi.” Sono rimasto sempre stupito, spesso incantato, talvolta letteralmente ‘rapito’”. perché per MAN RAY ogni scatto è come se fosse il primo scatto  e come non   percorrere e ripercorrere questo fantastico  susseguirsi di scatti  a SAN GIMIGNANO per scoprire ora un particolare ora l’ altro apprezzando un genio . 
 Carmelina Rotundo

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