STORIA DELL’UNIVERSITA’ DI PISA
L'origine storica dell’Accademia degli Studi di Pisa, risale a partire dalla seconda metà del XII secolo, quando la città di notevoli tradizioni romane e ricca di un’intensa vita economica, ebbe "legum doctores" e scuole di diritto, laiche e monastiche; ma un vero e proprio inizio documentato di studio è fatto risalire al 1338. Fu proprio in questo periodo che per rendere più riguardevole la Città, si stabilì di fondare un’università. L'istituzione vera e propria, quella ufficiale, avverrà qualche anno dopo; infatti, il 3 settembre 1343 fu emessa la bolla “IN SUPREMAE DIGNITATIS”, da parte del Papa Clemente VI. In questo atto il pontefice, stabilisce di erigervi uno studio generale dotato di insegnamenti come Teologia, Diritto canonico e civile e medicina.
Furono concesse immunità e privilegi per dottori e scolari, stabilite nomine per gradi distinguendo tra dottori e maestri.
Al termine degli studi i candidati si presenteranno davanti all’Arcivescovo o al Vicario capitolare per sostenere i debiti di esame di fronte a tutto il corpo insegnate, con lo scopo di essere promossi.
Dopo questo storico e fondamentale documento, seconda, in ordine di tempo e di importanza, viene l’altra bolla di Clemente VI: “ATENDENTES PROVIDE” emanata il 02 Dicembre 1943. Questa bolla era diretta ai professori e scolari dell’Università e, permetteva agli ecclesiastici di frequentare lo studio. E’ un’importante concessione, poiché fino a quel momento, ai Sacerdoti era severamente vietato di frequentare scuole laiche. Tale bolla era ispirata al desiderio di favorire il nascente Ateneo.
La vera e propria nascita dell’Università di Pisa come luogo aperto a tutti si avrà nel 1355, con una corporazione di insegnanti, con precise norme che regolano l’esercizio dell’arte e con il riconoscimento giuridico a chi ha seguito il corso degli studi.
A questi inizi gloriosi seguirono anni caratterizzati da molti alti e bassi; infatti, subito dopo gli anni delle “bolle” si ebbe un periodo di alto degrado a causa delle lotte interne e di quelle contro Firenze ed il Suo dominino. Alcuni anni dopo, nel 1369 fu creato un consiglio di Savi per restaurare ed accrescere lo studio; ma qualche anno più tardi, nel 1406 ci fu ancora una volta una grave crisi a causa delle dominanze fiorentine e, la voce università cessa del tutto fino al 01 Novembre 1473 data in cui l’accademia fu riaperta.
La riapertura, della stessa, si ebbe per volontà di Lorenzo de’Medici, che desiderava nella città di Pisa “uno degno et riputato studio”; ma fino alla fine del XV secolo l’università non ebbe una vera sede per gli insegnamenti; spesso le lezioni erano tenute presso le abitazioni dei loro maestri e/o nei conventi. Le Lauree conferite solitamente nel Palazzo Arcivescovile.
E' la pestilenza questa volta a creare dei disagi e lo studio fu nuovamente trasferito altrove, come ad esempio a Pistoia nel 1479/80 o a Prato, nel 1482/86. Fu Lorenzo de’Medici a disporre, allora, l’edificazione di un idoneo edificio in Pisa: la Sapienza. Quest’ultima avrebbe dovuto comprendere: locali per gli insegnanti delle varie facoltà e nello stesso tempo anche dimora dei docenti e degli studenti. A questo fine fu scelta l’antica Piazza del Grano come luogo per la costruzione dell’Università. Ci furono ancora una volta dei problemi a causa degli eventi politici e l’Università di nuovo trasferita. Finalmente nel 1543, esattamente il 01 Novembre lo studio fu solennemente riaperto e si poté cominciare a parlare di una vera e propria università; infatti, furono chiamati ad insegnare famosi maestri, anche stranieri, stipendiati. Le corporazioni degli studenti erano suddivise in NATIONES in base al luogo di provenienza degli stessi; facendo distinzione tra studenti stranieri detti ULTRAMONTANI e studenti italiani detti CITRAMONTANI.
A dimostrazione di questa grande ripresa, per l’ateneo pisano, in una recente opera (Acta Graduum Academiae Pisanae 1979-80) sono riportati i dati relativi al conferimento delle lauree di questo periodo:
L’università era nelle mani di un rettore eletto annualmente dagli studenti. Vi erano anche altre cariche di nomina granducale come quella del Provveditore e dell’Auditore allo Studio.
L’iscrizione degli studenti ai vari corsi si compieva formalmente con la loro immatricolazione, riportando, cioè, il loro nome su di un apposito registro detto “LIBRO DELLE MATRICOLE”. Per far parte dell’accademia, gli allievi non avevano alcun vincolo: non era loro richiesto né limite di età, né una particolare carriera scolastica precedente.
Gli iscritti erano obbligati a frequentare l’Accademia di Pisa ed i più poveri e i più meritevoli, potevano essere gratuitamente ospitati in alcuni collegi come quello della Sapienza o di Cosimo (figura importante per aver disposto, a metà del XVI secolo, la riapertura dell’università ed averla riportata agli antichi splendori).
Gli insegnanti erano assunti con contratti a termine ed a condizioni economiche stabilite in base al singolo caso. Avevano molti obblighi, come quello di risiedere sempre a Pisa, durante l’anno accademico, quello di indossare l’abito prescritto oppure quello di effettuare un certo numero minimo di lezioni.
I corsi degli studi avevano durata di cinque anni, si concludevano con il dottorato di laurea in teologia, diritto Civile e Canonico, in Medicina e Filosofia.
Vi erano precise norme statuarie che regolavano i corsi, i programmi ed i testi.
L’anno accademico iniziava il 01 novembre e terminava il 22 giugno, e doveva comprendere non meno di 120 giorni di lezioni. Durante tutto il percorso formativo vi era un unico esame che gli studenti dovevano sostenere, quello del dottorato di laurea alla fine dei 5 anni.
Nel corso del XVII XVIII secolo l’ateneo ebbe un lungo periodo di gloriosa attività; questo grazie a importanti figure di insegnanti che avevano l’obiettivo di far progredire il pensiero scientifico e filosofico. Fra queste figure eminenti, spicca quella di GALILEO GALILEI, fondatore del nuovo metodo sperimentale e lo scienziato che più di ogni altro rappresenta l’unità dell’università e la trasversalità del sapere. Infatti è proprio in memoria della data della sua nascita che, ancora oggi, ricorre la cerimonia dell’ORDINE DEL CHERUBINO (simbolo dell’università di Pisa). Quest’ultima è un’onorificenza accademica conferita, a quelle figure, come docenti o studiosi italiani e stranieri, che abbiano contribuito ad accrescere in maniera rilevante il prestigio dell’ateneo, per particolari metodi scientifici, o che abbiano contribuito alla vita e al funzionamento dello stesso.
L’accademia di studi pisani, ancora una volta, ebbe un declivio notevole nell’ultimo periodo dei gran duchi medicei, per riprendere poi con la dinastia lorenese. Durante questi anni, avvengono anche altre realizzazioni, come la costruzione e l’apertura della biblioteca ed istituite nuove cattedre d’insegnamento.
Nel secolo successivo, l’università di Pisa continuerà ad espandersi fino ad arrivare al massimo splendore dopo l’avvento dell’unità nazionale.
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