mercoledì 13 luglio 2022

Intercultura Presepe di Yvonne di Palma

“L’installazione presepiale della pace di Yvonne Di Palma”

 

E’ un pomeriggio piovoso; la pioggia che sta cadendo fitta, fitta bagna questa Firenze che percorro dopo aver svolto la mia attività d’insegnante di religione presso la Scuola “A. Diaz” per andare allo studio – laboratorio della Professoressa Yvonne Di Palma della Gonzaga University con sede a Firenze.

Ma perché questa meta? Il motivo fondamentale è che insieme alla mia professoressa di tirocinio Carmelina Rotundo stavo preparando l’unità d’apprendimento “World speaks Christmas”. Con la professoressa avevamo infatti scoperto che è la festa del S. Natale con le sue caratteristiche ad unire i popoli del mondo. Io con Letizia Luchi abbiamo seguito due percorsi volti ad approfondire bla festa più “calda” dell’anno. Dopo un po’di difficoltà alla ricerca del portone giusto, chiedo permesso ed entro. Trovo un gruppo di ragazzi e ragazze intenti alla realizzazione di manufatti in terracotta, dal loro parlare comprendo che non sono italiani. Chiedo di Yvonne, attendo e dopo pochi minuti, la professoressa, con fare accogliente, mi viene in contro. Mi presento: “Sono Andreadavid…” e inizia la visita. Sembra di essere in una bottega della millenaria tradizione fiorentina dove giovani apprendisti sono dediti ad imparare un’arte e un mestiere; se non fosse per gli abiti e l’illuminazione elettrica, sembrerebbe di tornare nella Firenze del passato in quei luoghi dove la cultura veniva tramandata di generazione in generazione.

La signora Professoressa Yvonne Di Palma nata in Pensylvania, inizia mostrandomi alcuni prototipi che lei ha realizzato per il presepe permanente e che si trovano esposti in teche lungo il corridoio dello studio - laboratorio per far comprendere le varie fasi della lavorazione, le tecniche usate e i materiali; tutti affiancati da scritte in varie lingue che sono state anche raccolte in un volume.

Il grande momento sta per avvicinarsi: sto per entrare nella sala... Sembra quasi un teatro, in cui lo spettatore, al momento dell’apertura delle tende e dell’accensione delle luci, può immergersi in un mondo straordinario che quasi fa perdere lo sguardo nella profondità (è 65 mq. la superficie occupata dall’installazione). Subito cerco di riconoscere i vari personaggi: sono davvero tanti (più di duecento personaggi e cento animali) e realizzati con grande maestria. Vedo alcuni papi, tra cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Madre Teresa di Calcutta, posti sull’estremità centrale del palco che ospita il presepe; sulla sinistra, fuori da un’abitazione, c’è una tavola imbandita con attorno vari capi di stato e personaggi politici italiani e non; sulla destra sono rappresentati  molti personaggi contemporanei mentre mano mano che si procede verso il fondo si scoprono illustri personaggi delle epoche passate.

La Professoressa Di Palma che, con la sua opera gio ca nel tempo e nello spazio, intanto mi aiuta a comprendere i vari significati che ha voluto dare alla sua opera (sul piano sociale, religioso, politico ecc…). Mi racconta di quando fu invitata a montare il presepe sul palco del Teatro Parioli per il “Maurizio Costanzo Show” della Limousine che veniva a prenderla e di come alcuni accorgimenti tecnici, in modo particolare per quanto riguarda le luci, producessero una resa e una valorizzazione migliore dell’opera e di tante altre occasioni in cui ha avuto modo di trasferire il presepe in altri ambienti. Scorgo poi, tra le altre, anche la statuetta della Professoressa Carmelina, un omaggio ad una grande, profonda e sincera  amicizia, che con simpatia è rappresentata con un suo tratto caratteristico: mentre scrive. Carmelina è rappresentata vestita d’azzurro, il suo colore preferito e con in mano un libro: il grande e profondo amore per la conoscenza sono caratteristiche della professoressa Rotundo e devo dire che anch’io ne sono rimasto contagiato in questo percorso di tirocinio di quattro anni all’Università. Testimonianza è questa visita.

Immediatamente colpisce, al centro del presepe la natività, a cui tutto sembra ricongiungersi. Yvonne sottolinea che Cristo con la sue venuta ha ridato la pace agli uomini che però spesso sono dimentichi di questo grande dono. La mia guida deve allontanarsi, rimango solo per qualche minuto a contemplare questo presepe e riscopro che parla al cuore,  che anche fuori dal tempo di Natale, il presepe ci parla di quel Dio che si è fatto bambino, che è diventato  Signore della storia, donando la salvezza agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo. “Presepe” non è soltanto Natale è sapere che Dio è entrato nella storia per liberare l’uomo dalla morte. Mi vengono in mente le parole del Vangelo di Giovanni (14, 27) “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Non si turbi il vostro cuore e non si abbatta.”

E’ tempo di andare… Ringrazio Ivonne con l’augurio che possa far conoscere al mondo questo capolavoro.

Mentre sto andando via, incontro la Professoressa Rotundo: anche lei uscita da scuola è venuta all’installazione; prendo gli ultimi accordi per incontrarsi in Facoltà dove insieme abbiamo scritto questa storia – relazione.

 

Andreadavid Pini e  Professoressa Carmelina Rotundo.

 

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