venerdì 5 marzo 2010

I TRE GIALLI.

La luce in trasparenza resa gialla dal dischetto piccolo rotondo, davanti alla lampadina che illumina la tastiera e le canne dell' organo del '500 che respirano, toccate dalle dita di Corrado.
Il grande corpo dello strumento, tutto in legno di frassino, le volte splendide della chiesa di stile romanico, il trittico dallo sfondo oro, le vetrate che raccolgono gli arcobaleni e, noi quattro all 'uscita che veniamo accecati da un sole giallo, disco rotondo abbagliante, di traverso alla torre alta dei Tarlati.
Quel sole nessuno puo' fissarlo, lo intravedo appena, non posso guardarlo, Vieri sta dicendo che un tempo gli abitanti di Bibbiena erano divisi in piazzaioli e fondaccini, i primi abitanti della piazza, gli altri dei fondi.
Le strade, i negozi, il silenzio io ed Aimone che eravamo arrivati di mattina per assaporare il gusto di una passeggiata tranquilla, il piacere del fresco, delle viste di verde, di alberi, di monti, di grandi luoghi.
Gnocchi di patate morbidissimi, spezzatino, il discorrere calmo dei genitori di Vieri, il padre sempre elegantissimo nella sua cravatta azzurra, la madre distinta, sobria, la calma dell' albergo Amorosi Bei, il soffitto di legno a cassettoni, altissimo.
Gli ospiti: la signora di 96 anni alta austera, nel suo completo perfetto color crema.
Il mangano che un tempo serviva a stirare le lenzuola , lo scaldino, il lavatoio con lo specchhio, il ferro da stiro, il lampadario di ferro battuto, le piante, le poltrone, cose d'altri tempi- salotti da cinema.
La passeggiata ai giardinetti, la splendida Verna, vista da lontano, la fontana; sotto l'arco gli zampilli: acqua,acqua a canaletti che scorga, che ricade;la terra e l'acqua,l'acqua con la terra, la mostra di terracotte di Faenza
Splendide le forme, i disegni, le sale, il paesagggio dei verdi, verde ed azzurro, azzurro chiaro il cielo, verde chiaro il verde
salutiamo Vieri, i suoi genitori,Corrado il celebre cantantede lirico e, scendiamo alla stazione.
L.F.I. il trenino che va tra i campi, il granturco, la paglia, l'acqua dove uomini stanno in piedi; canne in mano, acqua fino alle ginocchia
Negli occhi neri di Aimone si va dipingendo la sua terra, i verdi, il granoturco, i fiori preganti, come lui li chiama, i girasoli
io davanti al sedile dove è seduto mi lascio trasportare dalla sua voce: i fiori gialli, le ginestre, i campi punteggiati di bianco, ogni tanto odo il fischio del terenino se non fossi viva non ci crederei.
I girasoli intanto stanno per reclinare il capo seguendo il sole che, come lui vanno a dormire.
La sosta ad Arezzo: il Duomo , il parco, al di là della volta sugli spalti delle grandi antiche mura verde ancora verde... facciamo tutti il giro, osserviamo le mura il paesagggio; Arezzo che pulsa, il cimitero, il giardinetto dall'alto gialli, rossi, rosa, azzurri.
Stanno accendendosi i lampioni di vetro, rotondi perfetti, voci di bambimbi, di gente.. riscendiamo nel parco, poi a piazza Grande, le scalette, le case, i balconcini, l'acqua zampillante nella fontana
AH se potessi raccogliere il giallo della luce della tastiera, il brillare del sole rotondo perfetto ed il giallo arancione di quei girasoli!

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