Ricorda Marta:
.. erano gli anni sessanta , anni di studio, di riflessione, di indagine letteraria ; dopo vari soggiorni a Parigi per lo studio delle lingue, qui a Firenze presso la sede dell' universitùà Grenoble , mi appassionavo, durante l' ultimo anno superiore , allo studio dei filosofi dell' esitenzialismo e della filosofia dell' "assurdo": J P. Sarte, Albert Camus. Quest' ultimo mi affascinava particolarmente per le sue descrizioni d' ambientei, di paesaggi e di aspetti umani fini per diventare " mon idole"!
Dopo alquanto tempo mi sono imbattuta in un testo pubblicato molto dopo la sua morte: "I primo UOMO" nelle sue ultime pagine c'è la corrispondenza epistolare fra lui e il suo maestro di scuola . dopo aver riconosciuto le qualità dell' allievo il maestro ricorda che un buon mpedagogo che vuol fare il propio mestiere con coscieenza non trascura quelle occasioni di conoscere i propri allievi , i propri ragazzi che gli si presentano via via.
Una risposta, un gesto , un atteggiamento sono estermamente rivelatori " senza essere illuminata dalle parole di quel maestro , penso di aver orientato il mio agire in calsse come suggeriva il maestro di Camus : la risata sonora di un ragazzo a un mio commento pungente , la lacrima trattenuta alla lettura di un passo commuovente mi indicavan l' intelligenza, l' acume la sensibilità dell' allievo. Loro non ne erano coscienti, ma io si' e ne facevo tesoro ...
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