lunedì 17 marzo 2008

a CIVITELLA





( CIVITELLA )
UN APPELLO ALLA PACE:
Esseri umani travolti dalla crudeltà, dall’inizio della guerra ; esseri umani capaci di atti sublimi di coraggio e di testimonianze
profonde, sincere di amore, morte e risurrezione.Fine ed inizio distruzione e ricostruzione,
                             la vittoria sul male, nonostante tutto. del bello, del buono, del bene :
                                                è l’umanità che ricerca una nuova vita.
Un mondo unito e in pace, l’ideale a cui Civitella rende omaggio con due opere scultoree eccezionali : una già creata
dal Maestro Bino Bini : la PORTA DELLA PACE di Civitella della Chiana, l’ altra ancora in fase di progettazione :
la statua del chierichetto, sempre in bronzo da collocare sul dirupo vicino alla chiesa..
Ambedue i capolavori sono stati commissionati al Maestro per ricordare la tragedia che colpì Civitella il 29 Giugno del1944, festività dei santi Pietro e Paolo.
                   Quel giorno la cittadina fu incendiata, la chiesa distrutta, la porta sfondata e tutti
i fedeli uccisi, nonostante l’eroico tentativo del parroco che si presentò come unico colpevole della uccisione di quattro militari tedeschi. Costui fu il primo ad essere fucilato
Un momento di dolore che, a distanza di cinquant’anni, viene revocato non per rinvangare,ma per lanciare al mondo un messaggio di fratellanza proprio con la
                                                        Porta della Pace.
Al centro, dove la porta si apre per introdurre il fedele in chiesa, il maestro Bini ha posto in rilievo la croce sorretta in basso da due mani ferite dalle stimmate ;
        è la croce del Cristo,martire per eccellenza,morto innocente per la redenzione
                                                          di tutta l’umanità.
Nei quattro spazi: due alti, più piccoli, due bassi più grandi ( delimitati dalla grande e nuda croce, quattro scene.
Nella parte in basso più grande, attraverso un modellato che mette in risalto tutta la crudeltà dell’atto : Caino che è vestito con una pelle di lupo uccide sui fratello Abele che indossa una pelle di agnello.
E’ l’uomo che perde la dignità di essere umano e cade nelle tenebre e nel peccato ; anche il paesaggio è arido , solo un albero spoglio.
Nel pannello alto, piccolo, Bino Bini ha rappresentato ciò che resta del grandioso castello, anche quello bombardato il
29 Giugno 1944.
Il Cristo che risorge viene raffigurato invece nella parte in basso a destra di chi guarda e porta nella mano destra la Croce, nella sinistra un ramoscello di olivo.
Vicino al sepolcro, un ragazzo ed un soldato che si sono appena addormentati.
La luce sconfigge le tenebre, la vita ha la sua vittoria sulla morte e nelpaesaggio c’è un bellissimo albero fiorito.
Nella zona superiore più piccola l’artista raffigura la Chiesa di Civitella ricostruita.
Nella cornice alta, che percorre il perimetro della porta per tre lati, l’artista ha scritto “pace” in varie lingue come a creare un grande abbraccio che tutti lega.
Sotto i quattro pannelli nella parte bassa della porta in un rettangolo è scolpito:
SIA PACE A COLORO CHE TI AMANO
SIA PACE SULLE TUE MURA
SICUREZZA TUOI BALUARDI
PER I MIEI FRATELLI E I MIEI AMICI IO DIRO’ “ SU DI TE SIA LA PACE”
( Salmo 121)
1944 - 1494




Sopra la porta un mezzo arco dove Bino Bini ha mirabilmente scolpito sette colombe ; quella più avanti porta un ramoscello d’olivo che è il messaggio di pace che si libra leggero in ogni parte del globo terrestre.
Il retro della porta è diviso in otto scomparti contornati da cornici. Nei due riquadri in alto, due ramoscelli d’olivo.
Scendendo con lo sguardo ai secondi riquadri : San Pietro e San Paolo ( è appunto in quella ricorrenza che accadde il fatto ).
Negli altri, da una parte c’è il ritratto del parroco ucciso, in rilievo con dietro la chiesa che fu completamente distrutta.;
dall’altra il Buon Pastore con l’agnello sulle spalle.
In basso una iscrizione documentaria con la data 29 Giugno 1944 .l
All’unico chierichetto della tragedia, il chierichetto che,vedendo in faccia la morte, si gettò nel precipizio trovando in un cespuglio il suo riparo Bino Bini dedicherà un bronzo a parte . la statua del fanciullo vestito da chierichetto che nell’atto dilibrarsi completamente nel vuoto ha ancora un piede a contatto col suolo.
Un simbolo del coraggio che, nato dalla disperazione,riesce a far sì che la vita vinca sulla morte, perché siamo uomini con un cuore ed un’anima.
Come nella fontana di Trevi si va a gettare la monetina per ritornare a Roma, come alla loggia del Mercato Nuovo si tocca il muso del “porcellino” con la speranza di ritornare a Firenze, così anche quel ragazzo potrebbe diventare un simbolo:
chi toccherà il suo piede avrà il coraggio “.
Un appello alla pace, la porta di Civitella, una testimonianza del coraggio questa statua che afferma la volontà e l’invito a guardare al futuro sempre con coraggio,
Grande è stata l’ammirazione da parte di tutta la popolazione di Civitella per questa porta che ha ripagato pienamente il Maestro di anni di intensissimo lavoro.
“ Vederla mettere su”- ha dichiarato Bino Bini –“ è stato un commovente momento nel quale si è felicemente compiuto
questo lungo cammino di ricerca, di idee,di fede ed anche di fatiche . Così ho espresso al mondo il mio messaggio di pace, la speranza che la luce vinca le tenebre, l bene vinca il male “ .

Carmelina Rotundo,

Il Maestro Bino Bini, dopo la realizzazione di una scultura con la figura di un gallo per il “Chianti Gallo” dove il gioco delle forme della coppa e quelle delle mani lo conduce ad originalissime soluzioni , ha in progetto di mettersi a scrivere quattro trattati tra cui un trattato sull’oreficeria dove in forma di racconto darà indicazioni pratiche. . ; un trattato sugli smalti, dedicato alle varie tecniche sugli smalti e alla loro storia ; un trattato di Ugolino di Vieri, orafo e smaltatore di Siena , un
personaggio che cambiò la fisionomia dello smalto ed l quale egli dedicò numerosi articoli su varie riviste.
Il suo nome compare nel vocabolario della lingua italiana dello Zingarelli tra le collaborazioni per le voci e i linguaggi
specifici di oreficeria e gioielleria,

Carmelina Rotundo,

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