I RENAIOLI Visti da Carmelina Rotundo
L’ambiente
Le acque .fertilità,ricchezza, salate dolci,luoghi di approdo e di partenze al largo fonte di vita e di rigenerazione,mondo di colori e di profumi lungo le rive dei fiumi sorsero e si svilupparono grandi e potenti civiltà e.lungo il Nilo,sulla Senna lungo il Tigri e l’Eufrate,sul Tamigi. ,lungo l’Adige…
Miti e leggende di Nettuno dio del mare, di Venere,dea della bellezza nata dalle spume del mare che detta il nome a Porto Venere
Sull’Arno sorgono le città Firenze e Pisa, e l’Arno è fonte di lavoro per i pescatori e traghettatori .
Da San Donnino si passava a Badia a Settimo e da Rovezzano a Signa e ad Empoli.,Pontedera,
Cascina e Pisa..
E sull’Arno si andava a villeggiare ; i bambini venivano qui per i campi estivi difendendosi così dalla calura che si sa a Firenze è davvero “ infernale”
La rena e i renaioli.
Dall’Arno,per costruire le case di Firenze i renaioli estraevano e portavano la r e n a .
Con questo nome locale. intendiamo in genere piuttosto quello che i tecnici chiamano s a b b i a,
e qui è opportuno dare una spiegazione del prodotto.
Nella classifica delle rocce, la sabbia configura una roccia sedimentaria, come altre che si ricavano
dal disfacimento geologico e fisico di rocce primitive e loro conglomerati : argille, caolini, pozzo-
lane ; anche a queste appartiene una pietra detta arenaria (donde il nome) facilmente adoperata dsgli scalpellini Questa sabbia., o rena, poteva avere molte applicazione a seconda della sua stessa
composizione : vi sono sabbie silicee che servono alla produzione del vetro e sabbie calcaree che miste alla calce idraulica fornita dalle fornaci formano la. malta quella stessa che cementata con i mattoni eleva le mura delle nostre case.
.
Dei renaioli nessuno lo sa quando cominciarono , forse quando l’Arno era d’ argento .
Oggi sono sei i renaioli che nel 1990 hanno dato vita ad una Associazione culturale che ha
saputo acquistare sempre maggiore credibilità ,tanto da calamitare altre associazioni come quella dei canottieri del Calcio storico fiorentino riuscendo a far rivivere il Palio dei Navicelli.una festa
che risale al 1200
Anche il Comune durante le domeniche ecologiche ha rivalutato l’Associazione inserendola nei
programmi ,tanto che in molti sono ritornati a ”navigar” .Tantissimi fiorentini che si ricordavano
da bambini di essere stati in barca sulle acque di questo fiume che nasce dal monte Falterona per sfociare nel mar Tirreno ,ritornando così a rivivere quell’avventura straordinaria di poter ammirare dal di dentro Firenze sempre più sorprendente: In occasione della festa di San Giovanni – 24 Giugno 2002 – il sindaco di Firenze ha invitato i cittadini a una gita sull’Arno.con i tradizionali
barchetti dei renaioli, da Ponte Vecchio al Ponte alla Carraia .L’iniziativa resa possibile grazie alla
collaborazione della Soprintendenza speciale Polo fiorentino sponsorizzata da Replay .
..
Abbiamo incontrato i sei renaioli (Paolo,Antonio,Marco Carlo,Lido Gianluca) per scoprirne l’entusiasmo e la professionalità e soprattutto il loro segreto : l’amore che li lega alle acque,alle barche che erano più di 200,prima dell’alluvione del 4 Novembre del l966, poi rimaste in dieci
e di cui le più famose sono “ CIGNO” e “MOSE’”-
Di “Mosè “è il renaiolo Paolo a raccontarci la storia : “ portata via dall’Arno nel “66, la barca venne ritrovata dopo due anni dal suo proprietario, Fortunato Ermini che ne riconobbe sotto la sabbia la “catena”.” Ricuperata la barca ancora in buone condizioni, Fortunato la battezzò col nome
biblico che conosciamo significante “salvato dalle acque”
Per i curiosi di cifre alcuni dati. Queste barche da lavoro pesano 500 Kg vuote e quindi per portale
in secco. occorre il concorso di diverse persone :dal punto di vista economico occorrono 50 milioni per farle ricostruire è d’’obbligo usare legno di quercia
Non tutti i legni di quercia sono adatti , infatti occorre che venga tagliato in un determinato periodo e dal taglio si deve scartare la parte del tronco esposta a Nord perché più soggetta all’umidità e quindi alla localizzazione dei tarli
.I barchetti sono colorati di bianco ( la prua infatti deve essere ben visibile anche di notte) e rosso,i
due colori cioè di Firenze . il giglio rosso in campo bianco..
L’ultimo “ ingegnoso” (Pietro Barcali detto “Pietrino) capace di dare alla,luce una barca scomparso nel Giugno 2002 ad 85 anni : una persona unica che ha lasciato in eredità gran parte dei suoi segreti ai sei renaioli..
Per navigare in Arno su va a stanga ( niente a che fare con i gondolieri di Venezia,,più vicini al
“punting” di Cambridge,) puntando cioè la stanga sul fondo che era fatto di legno di castagno o ci-
presso( e c’è stato il fallito esperimento del vetro-resina) alla punta la stanga è di ferro per permet-
tere di affondare nel più profondo dell’Arno in un gioco fra equilibrio di leggerezza e forza ( Le stanghe variano in lunghezza,da 5 a 8 metri)
I renaioli nelle grandi occasioni indossano pantaloni neri,camicia bianca,a maniche lunghe rimboc-
cate con sopra gilet nero a piccole righe bianche
.
TRE sono i percorsi proposti dall’Associazione dei renaioli.tutti separati
da pescaie.
1 = Dall’Ellera, che si trova tra Firenze e Pontassieve, riva destra) alle Gualchiere
di Remole. L’Ellera è la sede invernale del rimessaggio dei barchetti che stanno
sempre in acqua prospiciente la pescaia che alimenta un antico mulino ad
acqua ancora visitabile e funzionante.
L’Associazione dei renaioli abbina al tour in barca la visita al mulino. “le Gual-
chiere di Remole “ che appartengono ancora al comune di Firenze che spedì’ le
proprie attività di “gualchiera” ( anticamente “follatura”) della lana dalla città
in campagna facendone però una fabbrica fortificata ( è infatti chiusa da mura
merlate per renderle difendibili . sono rimaste proprietà del comune di Firenze pur essendo dislocate nel comune di Pontassieve.
L’altro percorso si svolge nel canale della Nave a Rovezzano che serve alla alimentazione dei mulini
Il terzo,quello classico, da Ponte alle Grazie al Ponte alla Carraia perchè c’è poi la pescaia di santa Rosa
Questo percorso turistico dei renaioli parte dal ponte alle Grazie per passare poi sotto il Ponte Vecchio (più prezioso che vi sia) per arrivare al ponte di Santa Trìnita (ponte costruito dall’Ammannati, secondo i consigli di Michelan-
gelo con un arco a “catenaria”)
Sul ponte le quattro statue delle Stagioni. Di queste la testa della Primavera,
data per dispersa durante l’ultima guerra del 1940, fu ritrovata da un renaiolo.
ritrovamento che completò quel ponte distrutto dai tedeschi e ricostruito come
era e dove era con le stesse pietre e dove mancavano si andò a prenderle nel
riaperto cantiere di Boboli
Proseguendo si può arrivare fino al Palazzo Corsini,passando sotto il ponte alla
Carraia. In tutte le stagioni si può “navigare “ sull’Arno anche se le preferibili
sono la Primavera e l’Estate
Le proposte fatte dal Comune di Firenze e di Signa di traghetti o percorsi a valle di Firenze non sono mai state accolte dall’Associazione Renaioli perché
l’Arno dalle Cascine in poi risulta troppo inquinato specialmente d’estate e
quindi non proponibile ad una fruizione piacevole della gita
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I renaioli da cinque anni a questa parte hanno evidenziato un costante mi-
glioramento della qualità dell’acqua sempre a monte delle Cascine (tant’è
che all’Ellera sono tornati i gamberetti a testimoniare dell’ottima qualità del-
l’acqua) mentre a valle delle Cascine la situazione è a tutt’oggi drammatica
perché da vent’anni si attende di risolvere il problema della depurazione
delle acque reflue del comune di Firenze.legate all’attivazione del depurato-
re di San Colombano ( Firenze e Milano sono gli unici comuni a non essere
dotati di depuratori)
L’ Associazione culturale “ I Renaioli” ha sede presso la “ Canottieri
Comunali di Firenze Lungarno Francesco Ferrucci 6 50136 Firenze
Tel. 3477982356.
Fax 055 –6812649
Www .renaioli ,it.
info@ renaioli,it
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I RENAIOLI DELL’ARNO
Ricerca storica e indagine d’ambiente condotta dai ragazzi della 5..a F della scuola Isolotto - Firenze, Marzo 1976,
Il renaiolo è un mestiere che consiste nel raccogliere la rena dal fondo di un fiume. E’ un lavoro molto antico che non si sa bene quando è nato,
ma si è svolto per tutto il secolo 800 e 900 su tutto l’Arno.Nel tratto di fiume che va dal “Girone” a “S.Donnino” .
C’ erano nel 1934 oltre duecento renaioli. Essi erano divisi lungo l’Arno in gruppi di trenta.quaranta persone.
Le zone nelle quali i gruppi di renaioli lavoravano erano molte : Girone, Nave di Rovezzano,Ponte di Ferro Porticciolo Santa Rosa Ponte Sospe-
so,. San..Donnino Queste zone erano tutte importantissimi centri di lavoro per i renaioli. Essi hanno avuto un ruolo storico molto importante
perché con la loro rena sono state costruite la maggior parte delle case di Firenze antica.
Oltre alla sabbia i renaioli raccoglievano anche i sassi e appena scesi a terra suddividevano i vari tipi di rena e di sassi e formavano mucchi di “renone” “sabbia grossa” “ghiaia”” ghiaino”e “pillore”,
I veri padroni dell’Arno erano i renaioli e i pescatori che conoscevano ogni zona del fiume e con le loro piccole flotte apparivano da tutte le parti
sia in periferia che nel centro della città I renaioli partivano con le loro barche e andavano nel punto del fiume che ritenevano adatto,poi
con la “pala lunga” iniziavano a frugare il fondo e tiravano su tanta rena quanto le barche ne potevano contenere.Quando il carico era finito
i renaioli approdavano alla banchina e buttavano fuori della barca l’acqua scolata dalla rena .Poi scaricavano la rena,la passavano al setaccio
e la caricavano sui barrocci. Gli strumenti che usavano i renaioli erano una pala di circa sei-sette metri di lunghezza,dove alla cima era saldato
un pezzo di ferro fatto a paletta,poi usavano il setaccio,le carriole e le pale.
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