lunedì 9 giugno 2008

TIERRA NO TIERRA

TIERRA NO TIERRA
Per continuare a produrre, il settore dell’arte conciaria ha bisogno
di essere supportato dalla ricerca.
Una gocciola d’acqua piccola ,ma perfetta nei suoi contorni in cui si va rispecchiando tutto l’azzurro
del cielo e del mare mi è donata tra giornate monotone e grigie allo straordinario XXVIII IULTCS Congress
a Firenze, dove ricercatori d’ogni parte del mondo si riuniscono per portare il loro contributo alla evoluzione dell’arte conciaria nel rispetto dell’ambiente.
Conciaria non è l’industria che puzza ed inquina . Al contrario essa aiuta a mantenere gli equilibri ambientali perché lavora la pelle di animali uccisi che altrimenti andrebbe in decomposizione.
I processi di lavorazione delle pelli da chimici si sono via via trasformati in biologici riducendo così il materiale inquinante.
La gita all’impianto centralizzato di depurazione Aquarno ,nato per la depurazione dei reflui industriali (per arte conciaria) e civili, (per i comuni di Castelfranco di Sotto,Fucecchio e Santa Croce) a Santa Croce sull’Arno mi ha aperto nuovi orizzonti permettendomi di toccare con mano una testimonianza di civiltà e di progresso,grazie anche alla collaborazione della chimico espagnol Vicente Segarra Orero che, tracciando il profilo geografico di Europa, evidenzia che l’Italia è veramente all’avanguardia in questo settore con la presenza
del più grande depuratore d’Europa , proprio in Toscana a Santa Croce sull’Arno dove vi è la più alta concentrazione di concerie, circa 400,.l’ altra ad Arginiano (Verona) dove si concentrano 200 concerie, al secondo
posto la Spagna con Lorca ( Alicante) 8 concerie e Igualada ( Barcellona) con 34 concerie.
Oltre questa grande concentrazione le concerie sono diffuse sui vari territori nazionali,ma isolate.
Mille in Italia,, 250 nella Spagna,70 in Portogallo, 30 in Francia,,28 in Germania. 24 in Gran Bretagna,20 in Grecia, 30 in Turchia.
Alcuni dati tecnici. Una pelle bovina pesa 40 Kg. salata ( dopo che l’animale è stato ucciso nella maggior parte dei casi per la carne usata nell’alimentazione la pelle viene conservata naturalmente)
Per 1000 Kg. di pelle salata occorrono 50.000 litri di acqua , 50 m:3
L’utilizzo dell’animale è così suddiviso :
90 % carne 10 % altro di cui 6% pelle.
Facendo un esempio : per crescere un animale bovino ci vogliono tre anni ; 60 giorni per lavorare la pelle
altro tempo ancora per realizzare le scarpe per un costo che si aggira intorno ai 40 € all’origine
Nel mondo
60% pelle da bovini
20% pelle da montoni
20% pelle dalle capre
10% rettili, maiale,.pesci, serpenti,coccodrilli
Produzione :
50% scarpe
20% abbigliamento
20% accessori ( cinture, borse ,arredamento dell’automobile )
10% altro.
Uno sguardo sul mondo delle concerie si andava concretizzando nella visita in pullman verso Santa.Croce
sull’Arno.,effettuata allo scopo di,vedere l’impianto Aquarno
Distribuiti su due pullman gran turismo, tutto il mondo è qui rappresentato con un colore di idiomi davver
variopinto
le mas hablate el Engles
la lingua ufficiale del Convegno
y el Espanol la my calorosa e caliente lengua de todo el mundo para mi.
Campagna toscana contrassegnata da scuri cipressi, olivi dalle foglie verde- argento,vigneti bene ordinati in una giornata che si era presentata con un cielo coperto, ma che ora fa scintillare al sole ogni sua bellez-
za naturale.
Accanto a me Chi Huynh dell’Australia e nell’altra fila Vicente el mi maestro
Alla Palazzina Uffici del Consorzio Aquarno un pranzo eccellentissimo,dalle fragole all’ananas ai ravioli a formaggi stagionati e ricotte, miele e petto di pollo, delicatissimi .
La presentazione ci trasporta tutti già nella realtà operativa di questo depuratore che esiste già da 35 anni
e si estende su un’area ampia circa 10 ettari per far funzionare il quale sono attive 25 persone.
Due i gruppi magistralmente guidati ,
Noi esaminiamo,saliamo, scendiamo tra alte,ampie macchine e vasche dove arriva l’acqua sporca per essere poi depurata, un lungo cammino che sfocia nel grande canale e nel fiume Arno che dista 20 Km dalla sua foce.
Un bicchiere d’acqua,una gocciola d’acqua come è preziosa e vitale!
Questo depuratore, frutto di grande ingegno e professionalità è la prova tangibile di un rispetto ambientale che può ben essere posto come fiore all’occhiello dell’industria conciaria.
Il paesaggio di quest’area occupato dal depuratore Aquarno è fantascientifico. in quanto l’ Uomo ha progettato , e costruito macchine che sono divenute padrone assolute e quella specie di loro pulsazione cardiaca
riempie lo spazio e il tempo.
Dai finestrini del pullman al ritorno le forme prima ben distinte del paesaggio si vanno consegnando all’imbrunire.
Una gocciola di purissima acqua che racchiude tutto l’azzurro del mare,del cielo mi è donata.
Una gocciola nell’immensità della vita,dell’universo.

NOTIZIE STORICHE a sottolineare la completezza e la funzionalità di un esempio di depurazione industriale unico al mondo Il processo di concia delle pelli che fino al 1960 era quasi completamente al vegetale, passò alla concia
al cromo cambiando e peggiorando anche le caratteristiche delle acque di scarico conciano.
Tra il 1948 ed il 1959 le aziende conciarie a Santa Croce sull’Arno passano da 90 con 800 addetti a
180 con 1400 addetti per arrivare nel 1964 a 270 aziende ed a 400 attualmente.
L’urgenza e la necessità di ridurre l’inquinamento in un comune di circa diecimila abitanti con un impianto
centralizzato,se da urgente e vitale dall’altra parte presentava difficoltà attuativa in quanto non esistevano
nel suolo esperienze di disinquinamento della acque di scarico conciarie.
Il lungo cammino inizia con la delibera del 7 Ottobre 1966 con cui l’amministrazione comunale approva un prp-
getto per costruire l’impianto di depurazione e della fognatura del capoluogo,
Il 17 Dicembre 1971 sono assegnati i lavori alla ditta Passivanti che li porta a termine il 27 Febbraio 1974.

L’impianto progettato per una capacità di trattamento delle acque di scarico conciario di 13.000 metri cubi
giornalieri entrerà in funzione ad Agosto 1974 per continuare ad operare fino al Gennaio 1975. data in cui ci
furono ulteriori ampliamenti e modifiche,tanto che nel 1977 si attua la trasformazione di parte del vecchio set-fisico
tore chimico fisico in settore biologico fino alla realizzazione del progetto “tutto biologico” che si pone come obiettivo
di mantenere gli ottimi risultati in crescita utilizzando un quantitativo inferiore di prodotti chimici e riducendo la produj-
zione di fanghi.
“ Nessuno nel mondo ha realizzato un’opera ecologica pari all’impianto di depurazione Aquarno
Di questo tutti gli uomini che abitano qui devono essere orgogliosi. .ed i primi attori sono stati i conciatori ed i
lavoratori dei comuni serviti da Aquarno ,autentici protagonisti di una vicenda che il tempo scolpirà a caratteri
luminosi nella storia del comprensorio del cuoio”,

Notizie tratte dal volume
AQUARNO ,UNA PROTAGONISTA DELLA DEPURAZIONE INDUSTRIALE
edito nel 2002 del Consorzio “Aquarno” Via del Bosco 283 . Località Cerri
56029 Santa Croce sull’ Arno (PI)

Firenze ,Marzo 2005

Tra le coincidenze casuali che si sono presentate nell’arco di tempo che va dalla
progettazione dell’argomento del 9° numero di AGHI DI PINO
dall’aereo alla zattera.mezzi per andare e la scrittura di un mio contributo si è
inserito il XXVIII JULTUS Congress svoltosi a Firenze nel 2005- che mi ha imposto
di focalizzare l’attenzione sul fatto che è il piede il nostro primo mezzo per andare
e giocoforza è stato risalire a storie mitologiche,il piede alato alle calzature,dai legacci ai sandali romani e greci .ciabatte,scarpe,stivali,stivaletti e quant’altro.
come il piede nei proverbi dei modi di dire
( Vedi CICALATA ACCADEMICA)
L’arte del ciabattino o anche di grandiosi calzaturifici a Firenze, Ermenegildo Zegna
Salvatore Ferragamo .Emilio Pucci … e chi più ne ha più ne metta hanno un uguale base si parte dalla pelle per arrivare alle scarpe e ho ritrovato quello che può ben considerare,
UNA STORICA E SIGNIFICATIVA RISTAMPA
La ristampa sotto forma di,libro,della voce cuojajo del tomo quinto del Dizionario delle arti
e mestieri composto da Francesco Griselini ( Venezia , Agosto 1717 Milano1783) fino al
quinto tomo e per restanti da Marco Fassadoni contribuisce a riaccendere i riflettori della ribalta
sulla storia del vino e l’arte conciaria
Un’opera enciclopedica il Dizionario che nelle intenzioni del Griselini mira a mettere a disposizione quanto di meglio.la cultura agronomica.tecnica e scientifica d’Europa, fino ad allora, aveva prodotto
e che composto nel giro di dieci anni (1768 . 1778) è stampato da Modesto Fenzo.di Venezia editore.
Nei contenuti la voce Cuojajo tratta la concia con tannini vegetali tralasciando le altre operazioni
del processo tecnologico conciario quali la tintura,l’ ingrasso .la rifinizione.
Dal tomo quinto CER-DRA ( di cui l’originale si trova all’Accademia delle Scienze a Torino) il Cuojajo
( dal latino coriarius, ,usato nell’800 anche cojajo ,cojaro,quojajo .) è l’Operaio che prepara i cuoi col
mezzo della Vallonia ( sorta di quercia ,alta 15 m. ) e di alcune droghe la pelle degli animali...
Questa è stata più universalmente impiegata nei primi tempi per il vestito dell’uomo ; ma occorsero diversi secoli prima che s’abbia appresa l’arte di preparare i cuoi o di renderli più durevoli col mezzo di conveniente preparazione
Il Griselini passa poi ad offrire un panorama geografico dei vari trattamenti della pelle, dai selvaggi dell’America Settentrionale,( che cominciano dal farla macerare nell’acqua ) agli abitanti dell’Islanda
( che la raschiano con dei fegati dei pesci assai oleosi ) i groenlandesi che finalmente la rendono pieghevole battendola fortemente con le pietre, per apprendere il giudizio che “ il meglio inteso fra tutti i siffatti preparamenti è quello di cui fanno uso i selvaggi dell’America Settentrionale ; mentre i cuoj preparati col loro metodo non solamente si impiegano a fare scarpe,ma anche stivaletti ed anche braghe.

Le pelli per essere preservate dalla putrefazione vengono salate.
Griselini, facendo riferimento a Monsieur de La Lande (1732 –1807 ) astronomo e matematico francese autore di sei libri sull’arte conciaria nota:
“ Si è osservato essere una differenza prodigiosa tra la durezza e la bontà delle suole di un mede-
simo cuojo battuto e quello del calzolaio non avrà avuto la pazienza di battere.
La maggior parte dei cuoi ,uscendo dalle mani del cuoiaio passa in quelle del pellaio il quale,dopo averlo mellificato,,follato e raschiato l’imbeve di sego per renderlo più morbido e più liscio .
I cuoi in tal guisa preparati vengono messi in opera dai Calzolai, dai Valigiai,dai Sellai e parecchi altri Artefici di mestieri diversi.
da notare che Francesco Griselini usa le maiuscole per i nomi dei mestieri
( da le dispense storiche di tecnologie conciarie).

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